Il terzo anno di attività della scuola serale si è iniziato sotto il segno del successo riportato dal primo gruppo di allievi che nell’estate 1970 si era presentato agli esami di licenza presso una scuola statale.
Questo risultato positivo ha portato almeno due conseguenze:
- il numero degli iscritti alla nuova “prima” che si apriva nell’autunno 1970 è stato nettamente superiore a quello degli anni precedenti: non perché fosse stata svolta una propaganda più efficace che nel passato, ma semplicemente perché era corsa voce che la nostra scuola, oltre ad essere simpatica, portava anche alla promozione chi la seguiva fino alla fine. Mentre il numero degli allievi aumentava, la loro età media si abbassava ulteriormente: il risultato di tutto questo è stata una “prima" oltremodo simpatica, ma troppo giovane, notevolmente disomogenea e tendenzialmente confusionaria. Soprattutto nei primi mesi le nostre modeste strutture (aule, sedie, tavoli, finestre …) sono state messe a dura prova per “contenere” la massa dei nuovi allievi. Con il “senno del poi” bisogna riconoscere che sarebbe stato meglio limitare drasticamente le iscrizioni, in modo da poter lavorare con maggiore calma e probabilmente con maggiore efficacia: in quel momento, peraltro, una decisione di questo tipo avrebbe suonato come un vero e proprio atto di chiusura nei confronti dell’ambiente giovanile di Cinisello, che è ormai abituato a dare una valutazione positiva del nostro “centro” e a considerarlo come un punto di riferimento anche al di là delle semplici questioni scolastiche.
Comunque, col tempo, una certa selezione si è fatta da sé, ed è rimasta una classe numerosa ma non troppo pletorica, ricca di elementi interessanti anche se talvolta faticosa per chi vi insegna.
- gli inconvenienti della situazione sopra descritta sono stati in parte ovviati grazie al fatto che per la prima volta esisteva un gruppo di “ex allievi”, parecchi dei quali desideravano mantenere un contatto stabile con la scuola in cui erano vissuti (spesso con molta intensità) durante due anni. Si è così proposto a diversi ex allievi di partecipare direttamente all’insegnamento nella nuova “prima”: questa proposta è stata accettata, e così per la prima volta la nostra scuola ha avuto degli operai nel suo “corpo insegnante”. Superate alcune titubanze iniziali, l’esperimento ha funzionato bene, e verrà certamente proseguito l’anno prossimo.
Dati gli impegni di fabbrica gli operai-insegnanti non hanno potuto partecipare molto ampiamente alla preparazione “tecnica” delle lezioni: viceversa hanno svolto un ruolo di primo piano nell’ambito delle lezioni serali, ruolo che consisteva sia nella notevole capacità di mediazione che essi hanno dimostrato, sia nel controllo sulla chiarezza dell’insegnamento svolto dai professori intellettuali, sia in molte lezioni svolte direttamente in prima persona; queste ultime hanno registrato un altissimo indice di gradimento da parte degli allievi, i quali non solo non hanno “snobbato” i “professori in tuta”, ma anzi si sono riconosciuti in loro.
Non tutti gli ex allievi hanno partecipato all’insegnamento: alcuni hanno deciso di proseguire gli studi per ottenere qualificazioni superiori; altri sono impegnati nella vita sociale e sindacale di Cinisello. Questa notevole diversità delle scelte compiute al termine della nostra “scuola” può essere oggetto di valutazioni differenti, ma non ci sembra essere un fatto negativo: esso risponde al fatto che la nostra “scuola” pur cercando di avere una caratterizzazione precisa, può e deve rispettare la libertà di tutti coloro che la frequentano.
La “seconda” è andata all’esame con notevole travaglio, dovuto soprattutto alle considerevoli disparità di livelli culturali presenti nel suo seno: i risultati dell’esame, pur largamente positivi, hanno rispecchiato questa disparità, registrando un aumento simultaneo dei voti più alti e dei voti più bassi.
In genere, abbiamo dovuto renderci conto del fatto che ogni “classe” tende a darsi una fisionomia propria, dovuta al diverso equilibrio tra gli elementi che la compongono: pur provenendo tutti dal medesimo ambiente cinisellese, i vari gruppi di allievi finiscono per avere caratteristiche di gruppo abbastanza marcate, sia in senso positivo che in senso negativo. Questo fatto ci ha costretti a sottolineare l’importanza delle
assemblee: quando vengono convocate con una certa regolarità, esse servono ad evitare crisi, a chiarire le idee, a cementare le persone tra di loro e con il gruppo. Anche in questo caso la funzione degli “ex allievi” è stata spesso decisiva: intervenendo in modo frequente e nutrito nelle assemblee della “prima” e della “seconda”, essi hanno spezzato ogni residuo rapporto autoritario tra “intellettuale che insegna” e “lavoratore che impara”, e soprattutto hanno portato la voce della loro esperienza diretta degli anni precedenti.